il motivo della danza macabra, della morte che rapisce gli uomini di tutte le condizioni sociali e di tutte le età

Interveniva nella rappresentazione della Morte un elemento nuovo, fantastico e impressionante, un brivido che sorgeva dalla zona della coscienza in cui si annidava l’agghiacciante terrore degli spettri. Il pensiero religioso convertì subito tale elemento in motivo morale e lo trasformò in un “memento mori”, ma non sdegnò di servirsi della raccapricciante suggestione provocata dal carattere spettrale della rappresentazione, il pensiero popolare esorcizzava con tali immagini e la paura della morte e la paura del vivere.

 

 

 

 

 

 

 

 



 

LA DANZA MACABRA

Il campanaro, lui a mezzanotte
sulla fila di tombe china lo sguardo:
la luna ha diffuso dovunque il chiarore,
è come se fosse giorno nel camposanto.
Si muove una tomba, un'altra, e dopo
vengono fuori, una donna, ecco, un uomo,
in candidi sudari con lo strascico.

Si stira i malleoli - vogliono divertirsi
subito - per il girotondo quella brigata
di poveri e di giovani, di vecchi e di ricchi;
ma gli strascichi sono di inciampo alla danza.
E poiché qui il pudore non ha più da dare
ordini, tutti si scuotono: sparse
giacciono sui tumuli le camiciole.

Ora il femore salta, la gamba si scrolla,
si danno contorte movenze, e frammezzo
ogni tanto si scricchia e si crocchia,
come se le bacchette battessero il tempo.
Per il campanaro la scena è così comica!
E il tentatore, il burlone, gli mormora:
«Vai a prenderti uno dei lenzuoli funebri!»

Detto fatto! E lui in fretta si rifugia
dietro porte consacrate. Limpido
è sempre il chiarore della luna
sulla danza che fa raccapriccio.
Ma alfine si dilegua uno dopo l'altro,
se ne va ravvolto nel suo sudario,
ed ecco, è sotto la zolla erbosa.

In coda sgambetta e inciampa uno soltanto
e brancola vicino alle tombe e le aggraffa;
ma la grave offesa non è di un compagno,
lui fiuta il panno per aria.
Lo ricaccia la porta della torre, che scuote,
adorna e benedetta, per la buona sorte
del campanaro: riluce di croci metalliche.

Deve avere la camicia, ma non si ferma,
pensarci a lungo non è necessario;
ora quel coso il fregio gotico afferra
e s'arrampica di pinnacolo in pinnacolo.
Per il poveretto, per il campanaro, è finita!
Lui s'inerpica, di voluta in voluta,
simile a un ragno dalle lunghe zampe.

Il campanaro sbianca, il campanaro trema,
ora vorrebbe rendergli il lenzuolo.
Adesso - per lui è l'ora estrema -
un uncino di ferro aggranfia l'orlo.
Si dilegua la luce, s'intorbida la luna,
la campana tuona un possente tocco dell'una,
e lo scheletro in basso si sfracella.

(Johann Wolfgang Goethe)

 

 

Le danze macabre sono per la maggior parte affrescate sui muri esterni di chiostri, di sepolcri, di ossari o all'interno delle chiese. Questa tipologia di affreschi rappresentano dei corpi emaciati o scheletri appaiati con delle rappresentanze delle varie classi sociali. Il numero di personaggi e la composizione della danza è variabile.
In questo tema affiorano anche elementi di violenta satira sociale. Ogni scheletro è, rispetto al vivo che costringe suo malgrado a danzare, il suo doppio: così sarà un'orribile donna-scheletro ad afferrare una bella fanciulla che si rimira allo specchio, oppure sarà uno scheletro con la mitria in testa ad afferrare, beffardo, il vescovo che invano cerca di tenersi aggrappato al tavolo ingombro di monete e di gioielli, segni di una falsa vocazione religiosa: morire è una sorte comune che non privilegia chi è stato favorito dalla bellezza, ricchezza o posizione sociale.
L'inesorabilità di una tale legge dà ai poveri ed ai diseredati la triste consolazione di vedere la morte come regolatrice di ogni giustizia.

Il termine deriva probabilmente da "danse macabré" o "danza dei Maccabei" eroi biblici il cui culto è avvicinato a quello dei morti.
Il genere d'arte della "Danza Macabra" nacque e si sviluppò probabilmente in Francia tra la fine del XIV secolo e l'inizio del successivo, soprattutto nelle rappresentazioni figurative ma anche in letteratura e nel teatro. Il termine macabro deriva dal francese macabre introdotto nel periodo romantico recuperando l'antico termine macabré, forse inizialmente un nome proprio poi trasformatosi in aggettivo.
L'origine etimologica è incerta, forse risale al siriaco "marqadta" o "maqabrey", rispettivamente "danza" e "becchino", o ai martiri Maccabei perseguitati da Antioco di Siria celebrati con riti in memoria dei defunti che prevedevano danze allegoriche. Il significato di macabro è "ispirato alla morte, funebre, lugubre, grottesco".
L'origine della Danza Macabra è ancora sconosciuta, sebbene ci siano molte teorie. Una cosa è certa: il termine "Danza Macabra" fu conosciuto e usato prima del 1424 (anche prima della creazione della danza macabra di Parigi.

http://www.thanatos.it/cultura/percorsi/percorsi_arte_medioevo_testo.htm#DanzaMacabra