COGLI LA PRIMA MELA - Testi di Luisa e Angelo
Bella che così fiera vai
non lo rimpiangerai
cogli la prima mela...
Bella che così fiera vai
non ti pentire mai
cogli la prima mela...
Danzala la vita tua
al ritmo del tempo che va
ridila la tua allegria
cogli la prima mela.
Bella che così fiera vai
non lo rimpiangerai
cogli la prima mela...
Bella che così fiera vai
non aspettare mai
cogli la prima mela...
Stringilo forte a te
l'amico che ti sorriderà
e fortuna a chi se ne va
cogli la prima mela...
Se tu sei cielo
è a te che tornerò
e sul tuo seno
le ali piegherò...
Per il mio sonno sei notte
e sole al mattino
e tiepida pioggia
sulla terra che ho.
Se tu sei vento
vento di mare...
prima tempesta
e poi riparo.
Il tuo passo leggero
mi segue sulla via,
sei tu che cammini
sulla terra che ho.
Se tu sei tempo
con me tu passerai,
bella stagione,
profumo mi darai...
e vendemmia per noi
L'autunno che verrà,
poi le foglie cadranno
sulla terra che ho.
Ma tu sei cielo
e a te io tornerò
e del tuo seno
il nido mi farò...
sei la strada accogliente
che il mio passo sa già
e sei vento, sei tempo,
sei la terra che ho.
Era una festa d 'estate
e dodici anni lei compì,
fu la prima volta che
negli occhi un uomo la guardò...
Curava l'orto di suo padre
e a guardarla lui si fermò:
era uno strano uomo che
quel che sapeva le insegnò.
E l'oro ora lei nella sabbia sa trovare,
in lucido argento la cenere mutare...
un corvo nero sarà, fuoco folletto se
solo lo vorrà
e quando lei canterà farà la luna trasalire.
un corvo nero sarà, fuoco folletto se
solo lo vorrà
Quello che c'è da sapere di questo mondo ora sa:
quello che è stato già,
tutto quello che sarà.
Era una festa d'estate
il giorno che passò di là
e fu la prima volta che
negli occhi un uomo la guardò...
Era una festa d'estate,
felice lei lo seguì,
lasciò la casa di suo padre
e per amore se ne andò.
E all'alba ora lei a piedi nudi sa ballare,
e strane erbe lei in fondo ai pozzi sa trovare...
un corvo nero sarà, fuoco folletto se
solo lo vorrà
e quando lei canterà farà la luna trasalire.
un corvo nero sarà, fuoco folletto se
solo lo vorrà
Quello che c'è da sapere di questo mondo
ora sa:
quello che è stato già,
tutto quello che sarà.
Donna ti voglia cantare
donna la madre, donna la fine
donna sei roccia, donna sei sabbia
e a volte nuvola sei...
Donna sei acqua e sei fiamma
donna paura, donna allegria
donna saggezza, donna follia
e a volte nuvola sei...
Donna, donna sei l'ombra
donna sei nebbia, donna sei l'alba
donna, donna di pietra
a volte nuvola sei...
Donna, donna l'amica
donna sei nave, donna sei terra
donna, donna sei l'aria
e a volte nuvola sei...
Donna sei sete e vendemmia
donna sei polvere, donna sei pioggia
donna saggezza, donna follia
a volte nuvola sei...
Donna ti voglio cantare
donna sei luce, donna sei cenere
donna sei ansia, donna sei danza
e a volte nuvola sei...
Donna, donna sorgente
Donna sei erba, donna sei foglia.
donna, donna sei pietra
e a volte nuvola sei...
Calde notti l'estate con sé
ci ha portato già
rossi fuochi hanno acceso
su ogni campo per ballare...
Della raccolta è il dolce tempo
da domani il grano cadrà
e curiosa anche tu
ti chiedi chi ti coglierà...
Son tornati sui campi
in lunghe file per ballare
fino all'alba hai spiato
i loro fuochi da lontano...
Della raccolta è il dolce tempo
la calda estate finita è già...
e curiosa anche tu
aspetti chi ti coglierà...
Sei la spiga più bella
che hanno scordato di tagliare
sei la mela più alta
che nessuno mai raggiungerà...
Passato è il tempo della raccolta
la calda estate finita è già
e curiosa ancora tu
ti chiedi chi ti coglierà...
E' il volto tuo che ho disegnato,...
chino per terra io l'ho dipinto:
ho usato il nero per i tuoi occhi
e bianca sabbia per la tua pelle.
Quando la pioggia l'avrà lavato
e i tuoi colori confuso,
quando il vento sarà passato
sarò alla fine guarito.
E' il volto tuo che ho disegnato,
mi son seduto ed ho aspettato:
ho usato il nero per i capelli
e rossa sabbia per la tua bocca.
Verrà la pioggia e lo laverà,
confonderà i tuoi colori,
quando il vento sarà passato
sarò alla fine guarito.
La casa sua il signore di Baux
l'ha costruita sui sassi...
La casa sua il signore di Baux
l'ha costruita sui sassi...
Passi di mille cavalieri
segnano i suoi sentieri,
vegliano dall'alto nella notte
gelidi i suoi pensieri...
La casa sua il signore di Baux
l'ha costruita sui sassi...
Gemono nel sonno i suoi cani
sognando della caccia,
siede a banchetto la sua dama
lo sguardo assorto...
fuoco e calore nelle sue sale
danze, colori e allegria,
canti e rumori, suoni di risa
nella tua casa, signore di Baux.
La casa sua il signore di Baux
l'ha costruita sui sassi...
e ancora lei rimane là
e guarda passare gli anni...
voli di uccelli verso il mare,
l'ombra dei suoi pensieri,
ha imbiancato le sue sale
il vento salato...
fuoco e calore nelle sue sale
danze, colori, allegria,
canti e rumori, suoni di risa
nella tua casa, signore di Baux.
Il Gufo e il Pavone «
"Non è il pavone che mi prenderà
mi hanno data al gufo che con se mi porterà.
Ora e per sempre sia malanno a voi
sarà il grigio gufo cieco che
io seguirò".
"Il tuo pavone d'oro perderai
un 'altra mano le sue piume sfiorerà,
il tuo pavone d'oro perderai
ed al suo nido il gufo cieco seguirai...".
"Ora e per sempre sia malanno a voi
sarà il grigio gufo cieco che mi prenderà,
si è fatto il nido là in mezzo ai rovi
e lo so con quelle spine io mi ferirò.
"Il tuo pavone d'oro perderai,
in un altro nido lui riposerà,
da un 'altra mano l'acqua prenderà
il tuo pavone d'oro che mai più tu avrai...".
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".
L'hanno detto giù nelle cucine;
la voce ha risalito le scale
e tutta la casa ora lo sa:
ieri notte piangeva un bambino.
L'hanno detto giù nelle cucine
e tutta la casa lo sa
che ieri lei aveva un bambino
e che oggi lei non l'ha più.
"Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un bambino,
tutta la notte ha pianto e perché
ora tu non l'hai più con te".
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".
"Adesso alzati, vieni con me
questa sera andremo in città,
lava le mani, lavati il viso,
metti l'abito grigio che hai".
L'abito grigio non indossò
per andare quella sera in città,
vestita di bianco la gente la vide
davanti a se passare.
"La scorsa notte dalla mia padrona
le ho pettinato i capelli
poi mio figlio ho addormentato e
l'ho affidato al mare"...
Non lo sapeva certo mia madre
quando a sé lei mi stringeva
delle terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuta.
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".