LA LUNA
"Sono il trovatore
sempre vado per terre e paesi...
ora sono giunto a questo,
lasciate che prima di partirne,
io canti"»
Un
giorno all'improvviso
la
luna si stancò
di
guardare il mondo di lassù;
prese
una cometa,
il
volto si velò
e
fino in fondo al cielo camminò.
E
sorpresa fu
che
la bianca distesa
non
fosse neve.
Eran
solo sassi
e
i piedi si ferì,
piangendo
di nascosto lei fuggì.
Affrontare
il mondo a piedi nudi
non
si può
e
dall'alto a spiarlo lei restò.
E
sorpresa non è più
che
la bianca distesa
non
sia neve.
Nelle
acque di quel lago
la
mia donna si bagnava
poi
sciogliendosi i capelli
una
storia raccontava,
di
un castello in fondo al lago
tanti
anni fa,
tanti
anni fa,
ed
io ora te la canto
fu
un giorno a mezza estate
mentre
il sole ci scaldava
io
all'ombra di quei rami
al
suo canto mi assopivo
Spesso
questo ci accadeva
tanti
anni fa,
tanti
anni fa,
ed
io ora te lo canto.
Era
sera sai,
era
sera ormai
e
di colpo mi svegliai.
Era
sera sai,
era
sera ormai
e
da solo mi trovai,
nel
lago.
Forse
per curiosità
lei
scese dal lago
so
che un giorno salirà
per
me
Era
sera sai,
era
sera ormai
e
di colpo mi svegliai.
Era
sera sai,
era
sera ormai
e
da solo mi trovai,
Nelle
acque di quel lago
la
mia donna si bagnava
tanti
anni fa,
tanti
anni fa,
Tanti
anni fa,
tanti
anni fa.
Il
tuo vestito lungo
che
sfiora il prato,
e
quella tua dolcezza
che
si è vestita a festa
io
l'ho riconosciuta,
Donna
mia.
Dal
sogno il passo è stato breve,
se
ti ho seguito non ricordo,
senza
vederti ti ho sognato,
donna
mia.
Le
tue mani antiche
si
aprono lievi
e
porgi i tuoi frutti,
la
tua terra è ricca;
non
ti ho aspettato invano,
donna
mia.
Se
ti ho seguito non ricordo,
senza
fatica ti ho creduto,
senza
dolore mi hai voluto,
donna
mia.
I
tuoi occhi larghi
cancellano
i segni,
mi
guardi ed io non fuggo,
mi
ascolti ed io mi chino,
non
ti ho sorriso invano,
donna
mia.
Mai
niente è andato perduto,
se
ho avuto freddo non ricordo,
senza
vederti ti ho toccato,
donna
mia.
Gli
alberi sono alti, le foglie crescon verdi
Da
quanto tempo non vedevi il tuo amore,
da
tanto, ed oggi è tornato tutto solo:
è
giovane ma crescerà.
Padre,
o padre, mi hai fatto un grave torto
mi
hai dato in moglie a chi è poco più di un bimbo,
ha
quindici anni ed io già quasi venti:
è
giovane ma crescerà.
Figlia,
o figlia, non ti ho mai fatto torto,
ti
ho dato in moglie al figlio di un Signore,
il
tuo bambino sarà ricco e rispettato:
è
giovane ma crescerà.
Padre,
o padre, domani sarò sola,
lo
manderanno lontano un anno ancora,
e
al suo ritorno avrà un figlio a lui straniero:
è
giovane ma crescerà.
Ieri
al mattino seduta al tuo balcone
spiavi
i ragazzi giocare per la strada,
il
tuo vero amore di loro era il più bello:
è
giovane ma crescerà.
Un
anno dopo aveva preso moglie,
il
tempo passa ed è padre di un bambino,
il
tempo corre ed il tuo fior sulla sua tomba:
è
giovane ma crescerà.
Dormono
le cime dei monti, dormono le valli,
le
famiglie dei rettili nella nera terra,
dorme
la belva e la stirpe delle api,
gli
uccelli dalle lunghe ali.
Dormono
le cime dei monti, dormono le valli
i
mostri negli abissi del rosso mare,
dorme
la belva e la stirpe delle api,
gli
uccelli dalle lunghe ali.
Con
il resto dei tuoi sogni
costruisci
una nave,
con
il resto dei tuoi sogni
hai
tessuto le vele,
per
vederla scivolare sul fiume
mentre
siedi ad aspettare
di
vederla risalire.
Con
il resto dei tuoi sogni
costruisci
una nave,
con
il resto dei tuoi sogni
hai
tessuto le vele
per
vederla scivolare sul fiume
mentre
siedi ad aspettare
di
vederla risalire.
Cosa
dice il monte alla neve
che
si scioglie e va?
Non
racconta poesie, ma sa...
Rifluisce
il fiume se la neve va,
foglie,
verde e fiori e la pioggia lo bagnerà;
Il
cerchio della vita lei a lui riunirà.
Cosa
dice alla madre il figlio
che
crescendo va?
Non
racconta poesie ma sa...
Rifluisce
il fiume se la neve va,
Scendono
i sentieri fino al punto che li unirà;
Il
cerchio della vita lei a lui riunirà
E
niente mai perduto va, al centro tornerà.
E
niente mai perduto va, al centro tornerà.
E
niente mai perduto va, al centro tornerà...
Cosa
dice il ramo alla foglia
che
all'autunno va?
Non
racconta poesie ma sa...
Rifluisce
il fiume se la neve va,
di
certo a primavera come gemma lei tornerà;
Il
cerchio della vita lei a lui riunirà.
Cosa
dice il vecchio alla morte
che
in attesa sta?
Non
racconta poesie ma sa...
Rifluisce
il fiume se la neve va,
danzano
le cose e la danza non finirà.
Il
cerchio della vita lei a lui riunirà.
E
niente mai perduto va, al centro tornerà.
E
niente mai perduto va, al centro tornerà.
E
niente mai perduto va, al centro tornerà...
Mi
piace spettinato camminare
il
capo sulle spalle come un lume
e
mi diverto a rischiarare
il
vostro autunno senza piume.
Mi
piace che mi grandini sul viso
la
fitta sassaiola dell'ingiuria,
mi
agguanto solo per sentirmi vivo
al
guscio della mia capigliatura.
Ed
in mente mi torna quello stagno
che
le canne e il muschio hanno sommerso
ed
i miei che non sanno di avere
un
figlio che compone versi;
ma
mi vogliono bene come ai campi
alla
pelle ed alla pioggia di stagione,
raro
sarà che chi mi offende
scampi
alle punte del forcone.
Poveri
genitori contadini,
certo
siete invecchiati e ancor temete
il
Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori
che mai non capirete
che
oggi il vostro figliolo è diventato
il
primo tra i poeti del Paese
e
ora in scarpe verniciate
e
col cilindro in testa egli cammina.
Ma
sopravvive in lui la frenesia
di
un vecchio mariuolo di campagna
e
ad ogni insegna di macelleria
la
vacca si inchina sua compagna.
E
quando incontra un vetturino
gli
torna in mente il suo concio natale
e
vorrebbe la coda del ronzino
regger
come strascico nuziale.
Voglio
bene alla patria
benchè
afflitta di tronchi rugginosi
m'è
caro il grugno sporco dei suini
e
i rospi all'ombra sospirosi.
Son
malato di infanzia e di ricordi
e
di freschi crepuscoli d'Aprile,
sembra
quasi che l'acero si curvi
per
riscaldarsi e poi dormire.
Dal
nido di quell'albero, le uova
per
rubare, salivo fino in cima
ma
sarà la sua chioma sempre nuova
e
dura la sua scorza come prima;
e
tu mio caro amico vecchio cane,
fioco
e cieco ti ha reso la vecchiaia
e
giri a coda bassa nel cortile
ignaro
delle porte dei granai.
Mi
sono cari i miei furti di monello
quando
rubavo in casa un po' di pane
e
si mangiava come due fratelli
una
briciola l'uomo ed una il cane.
Io
non sono cambiato,
il
cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul
tappeto magnifico dei versi
voglio
dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona
notte alla falce della luna
sì
cheta mentre l'aria si fa bruna,
dalla
finestra mia voglio gridare
contro
il disco della luna.
La
notte è così tersa,
qui
forse anche morire non fa male,
che
importa se il mio spirito è perverso
e
dal mio dorso penzola un fanale.
O
Pegaso decrepito e bonario,
il
tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi
come un maestro solitario
e
non canto e celebro che i topi.
Dalla
mia testa come uva matura
gocciola
il folle vino delle chiome,
voglio
essere una gialla velatura
gonfia
verso un paese senza nome.
Ed
ora sciogliti i capelli,
che
ti coprano le spalle,
che
si avvolgano ai tuoi fianchi,
hai
dormito un lungo inverno,
ora
vesti la tua gioia.
Inginocchiati
alla fonte
e
purifica le labbra
dal
sapore di quel sonno,
hai
sognato un lungo inverno,
ora
vivi la tua gioia.
Ora
sei la nube che va,
sei
l'erba, il fiore,
ruscello
che oggi torna,
Se
sei uomo o donna, chissà,
o
la farfalla che oggi o domani fuggirà.
...e
le tue mani sono dolci inganni.
I
tuoi passi non han tempo,
stai
vivendo senza età,
puoi
danzare fino a sera,
puoi
amare fino all'alba,
che
la gioia sia con te.
...e
le tue mani sono dolci inganni.
E
gira e va,
e
balli la danza,
ti
ritrovi già
più
in là... più in là
E
gira e va,
e
balli la danza,
ti
ritrovi già
più
in là... più in là
E
gira e va,
e
balli la danza,
ti
ritrovi già
più
in là... più in là