Erri De Luca e la bibbia
il traduttore ed il commentatore di quelle antiche storie
Il panorama delle traduzioni
La traduzione della bibbia in lingua italiana è una preoccupazione in questi
ultimi anni. Il testo sacro rischia di essere attaccato da sdolcinatezze e
leziosaggini. Sdolcinatezze che scivolano anche nell’assurdo, come per esempio
accade nella Edizione San Paolo del ’95, dove al Cantico dei cantici si legge:
tu sei stupenda come esercito a vessilli spiegati (Ct 6,4.10). Come può un
esercito essere stupendo? Lo può certamente essere per un fanatico di film sul
Vietnam, ma per la gente normale… La vecchia versione CEI del ’74 ha “terribile
come esercito a vessilli spiegati”. La parola è ‘aiom, significa certamente
“terribile”. Abacuc definisce ‘aiom il popolo invasore dei Caldei, più veloci
dei leopardi, più agili dei lupi della sera, avanzano per la rapina, la loro
faccia è infuocata come il vento d'oriente, ammassano i prigionieri come la
sabbia. Qui la versione della San Paolo ovviamente non dice che i Caldei sono
“stupendi”, ma ammette che sono “terribili”. Certamente i traduttori hanno
voluto forzare la traduzione per affievolire i toni forti di questo antico canto
d’amore, in linea con una concezione dell’amore uomo-donna che deve essere
raddolcito, sereno, finalizzato alla procreazione e alla buona famiglia
borghese. Non è ammissibile in questo contesto la passione, quella per cui
l’amata è “terribile” per l’amante. Detta così con queste parole viene spontaneo
puntare il dito accusatore contro una chiesa puritana, ma è la nostra cultura ad
essere puritana, è la nostra mentalità che nel profondo di un inconscio malato
separa la madre dall’amante. La chiesa ha la colpa di adeguarsi ai tempi, di
modernizzarsi seguendo ogni evoluzione e involuzione dei tempi. Si attacca la
chiesa accusandola di essere conservatrice… magari avessimo una chiesa
conservatrice!
La versione del ‘74 è bella, si aggancia ad una lingua e cultura italiana degli
anni sessanta forte e precedente agli anni del benessere. Parla con le parole di
uomini di un tempo in cui la massima opulenza era un buon pasto la domenica e
una 126 per andare al mare. Non così le parole del nostro tempo, distorte anche
da trenta anni di canti liturgici sdolcinati. C’è insomma da aver timore per la
nuova versione che la CEI sta per produrre. Quella del settantaquattro ha
qualche punto decisamente da correggere, alla luce anche degli studi più
recenti. Perché non fare allora un’edizione riveduta solo in questi punti?
Esistono poi le versioni delle chiese riformate. La più bella resta quella di
Diodati del seicento, citata anche da Erri De Luca:
- La Versione del lucchese Giovanni Diodati, 1611, Ginevra
- La Versione riveduta, con il coordinamento di Giovanni Luzzi, 1925, Roma.
- La Nuova Diodati, revisione 1991, Brindisi.
- La Nuova Riveduta sui testi originali, 1994, Ginevra.
Esiste anche una versione interconfessionale, molto sgraziata.
Versione di singoli libri ve ne sono varie, contenute in studi monografici.
Stranamente si tratta sempre di versioni libere, anche ove si tratta di
studiare specificatamente alcuni fenomeni del testo o la retorica
dell'ebraico, con una resa dell'italiano molto simile a quella dell'italiano da
telegiornale.
Versioni strettamente legate alla lettera e che ricalcano la costruzione della
frase del testo ebraico sono solo quelle di De Luca e quelle delle edizioni
interlineari.
- Roberto Reggi, Esodo, traduzione interlineare, edizioni Dehoniane, Bologna 2001. Molti libri sono ormai all'attivo e presto l'autore dovrebbe completare l'intera bibbia. La traduzione cerca di conformarsi il più possibile a quella CEI 74.
- Edizione interlineare San Paolo di alcuni libri dell'AT. In ogni pagina aggiunge oltre al testo masoretico anche la LXX e la Vulgata.
- G. Savoca (a cura di), I canti di Sion. Traduzione interlineare dei Salmi ebraici, Messina 1983. Solo il libro dei salmi, una bella edizione ormai introvabile.
Sono solo queste. In altri paesi sono molto più diffuse le edizioni interlineari.
In Germania era stata pubblicata una versione in tedesco di tutta la
bibbia, che tentava di ricalcare l'ebraico, versione giudicata poi illeggibile dalla conferenza episcopale tedesca, quindi probabilmente molto vicina a quelle del nostro, quindi probabilmente bella.
anticipazioni sulla nuova CEI
Ho trovato su una bancarella il libro Come cambia la bibbia, di Roberto Beretta e Antonio Pitta. E' prezioso perchè ci anticipa la nuova traduzione CEI, con molti esempi di versetti tradotti. L'ho trovato su una bancarella di Parma a € 2.00, fatto che la dice lunga sul disinteresse di una maggioranza su questi temi. Lo ho iniziato a leggere con stato d'animo prevenuto, già battagliero e già disgustato di quello che immaginavo avrei letto. Invece queste anticipazioni lasciano ben sperare. Velocemente schematizzerei in punti:
- Molti versetti ricevono una traduzione più difficile a comprendersi,
salvaguardando una maggiore adesione al testo. Questo non ce lo aspettavamo,
e bisogna esserne lieti. Tutto lasciava supporre il contrario, che ci si
piegasse verso soluzioni populistiche di massima comprensibilità del testo.
Per esempio Mosè non sarà più di parola impacciata, bensì di labbra incirconcise, esattamente come è nel testo. - I lavori dei traduttori stanno durando da molti anni. Anche questa è una buona notizia che ci rende contenti. Vuol dire che certamente ci sono persone che hanno una sensibilità differente da quella omogeneizzata che sappiamo. E' buon segno che non riescano a mettersi d'accordo. Alla fine dovranno per forza produrre un'unica versione, che certamente avrà dei limiti, che ci piacerà o ci farà schifo, comunque dobbiamo riconoscere che ci stanno pensando parecchio.
- Un punto fortemente negativo: purtroppo ci sarà, sembra, abbondanza di parole quali "amore", "gioia"... è il frutto fatale di questi trent'anni di sdolcinatezze liturgiche, sorrisi stampati, editoria devozionale ecc.
- Scompariranno certe parole di un italiano ormai vecchio, che nessuno usa più: fanciullo, malia, messe, mercede e altre. Questo costituirà un cambiamento storico nella lingua italiana. La bibbia è inevitabilmente parte grossa della cultura di un popolo occidentale.
- In tale libro pare che le questioni che hanno portato i traduttori a certe scelte piuttosto che altre siano tutte strettamente teologiche. Teologiche di quella teologia sbrigativa e ansiogena dell'epoca moderna. Di tutte le faccende che stiamo accennando in queste pagine, di tutte queste faccende più umane e artistiche che troviamo in De Luca, pare che nessuna sia sfiorata.