«Dividevo con Faletti lo stesso camerino al Teatro Goldoni di Venezia, qualche tempo fa (dic. 95), lui si era portato dietro alcuni appunti di sue poesie. Gli ho dato una rapida occhiata e mi sono riconosciuto subito. In fondo anche lui come tanti comici possiede una vena di profonda malinconia. Quello è stato il nostro primo incontro, con l'inserimento delle sue prime due canzoni, la Piccola canzone dei contrari e L'apprendista stregone, nel live Camminando Camminando. Mi aveva divertito così, siccome sbagliare umano ma perseverare è peggio, abbiamo deciso d'insistere ed ecco questo nuovo album.
La canzone che Vecchioni ha scritto per me, La donna della sera, mi ha dato la possibilità di cantare qualcosa di veramente diverso, ma ha già fatto discutere. Si ispira ad un testo del poeta bizantino, Paolo Silenziario, che si può leggere nell'Antologia Palatina. Non c'era intenzione di provocare, è un testo ricco di tenerezza che mi è piaciuto subito. L'ho fatto leggere a mia moglie e alla figlia più grande e l'hanno trovato molto bello.
Bizzarra anche la composizione di Panella che è uno che corre da solo, per cui arriva sempre primo. questa canzone, Fou de Love, scritta in uno strano linguaggio confuso e chiarissimo, una lingua antica mai esistita. Un "gramelot", un miscuglio di lingue diverse, dal provenzale, all'antico italiano, al francese, spagnolo, inglese, tedesco, langue d'oc, napoletano, sotto cui si cela quella che secondo me è una straordinaria storia d'amore e tirannia, estremamente significativa. La canzone è un esperimento linguistico particolarmente ardito ma che diventa, nonostante il non senso, una canzone "alla Branduardi", porta la mia griffe.