Pubblicare su Internet è ormai inevitabile. Tanti sono gli spazi del web che richiedono o impongono la presenza della scuola, obbligo prima di tutto morale, dai sempre meno privati social network ai siti istituzionali, dai blog alle mailing-list. Cento modi per pubblicare su Internet. La presente miniguida non ha certo la pretesa di essere completa ed esaustiva a riguardo, ma vuole però farvi cenno e fornire qualche utile rimando per iniziare a pubblicare. Intento secondario è anche quello di mostrare la relativa facilità di alcune delle modalità per pubblicare sul web. Il web è facile e, soprattutto, è a tutti accessibile. Il web è luogo di comunicazione. A molti non sfuggono i limiti, le negatività e la parzialità di tale comunicazione, ma a maggior ragione è allora necessario conoscerlo per un uso attivo e critico e per trasmettere ai nostri ragazzi un uso attivo e critico.
Un grazie ad Angelo Paganini, Sabrina Baratta, Arianna Menduni per i contributi, a Marco Pioli per la disponibilità, a Roberto Bondi per le risorse suggerite.
Un sito web accessibile è un sito che permette l'accesso all'informazione contenuta nel sito anche a persone con disabilità fisiche di diverso tipo, con difficoltà visive (non vedenti, ipovedenti daltonici) o motorie (difficoltà nell’uso del mouse o della tastiera), dislessia. Esistono poche regole semplici che andrebbero sempre rispettate, quali per esempio l’uso di caratteri ben differenziati dallo sfondo e ingrandibili. Per i dislessici in particolare bisogna usare caratteri senza grazie quali l’Arial o il Verdana. Bisogna saper rinunciare alla libertà grafica e accettare qualche restrizione alla creatività.
Le linee guida in un colpo d' occhio qui
à http://www.w3c.it/wai/wcag10Guidelines.html
Il World Wide Web Consortium (W3C) è l’ente che definisce gli standard del Web (spesso boicottati da questo o quel colosso informatico, Microsoft, Apple, Adobe). La legge “Stanca" (4/2004) è quella di riferimento in Italia.
I CMS (vedi) sono in genere accessibili. Per un pubblico di bambini/ragazzi quale è il nostro, le cose si complicano un po’, perché una fruibilità ottimale vorrebbe invece un prevalere di immagini, disegni, giochi di colore, animazioni. Si pensi ad esempio a un testo per i primi anni della scuola primaria. È questo un problema di non facile soluzione, da valutare caso per caso!
aNobii è un social network pensato per mettere in contatto tra loro i lettori con gusti simili e aiutarli a scoprire libri interessanti, un passaparola insomma.
A scuola può essere usato per commentare e condividere la lettura di un libro di narrativa. L’alunno scrive la sua recensione al libro letto che diventa così pubblica.
Si può anche far realizzare ai ragazzi il catalogo della biblioteca della scuola utilizzando i tablet come lettori del codice a barre dei libri.
La registrazione richiede al solito un indirizzo mail. Deve essere effettuata dal docente e da ogni alunno.
Le applicazioni dei tablet Android/iPad o dei telefonini tipo Smartphone o iPhone. Sono piccoli programmi, spesso realizzazioni artigianali di un singolo autore, numerosissimi ormai, gratuiti o di costo inferiore alle 10€. Spesso sono più efficaci dei grossi software per PC a cui siamo abituati, perché sono mirati! Fanno poche cose, magari solo una cosa, ma con un’interfaccia semplice ed immediata. Vi sono Apps che permettono di pubblicare immediatamente e in maniera più diretta sui grandi network. C’è battaglia tra il sistema Android (di Google) e l’iPad dell’Apple.
Sono l’ideale per raccogliere commenti, idee, esperienze in maniera rapida ed essenziale, da far scrivere ai ragazzi e mostrare per esempio ai genitori. Gli utenti hanno a disposizione un riquadro in cui scrivere un testo o inserire immagini. Un blog si può creare tramite CMS (vedi) usando impostazioni predefinite e pochi parametri di configurazione. Se il CMS è quello del sito della scuola ancora meglio. Google e Yahoo e altri siti offrono gratuitamente lo spazio per dei blog.
Molto diffusi i blog personali, hanno la struttura di un diario in cui l’autore parla principalmente di sé stesso, di ciò che gli accade e dei propri stati d’animo.
Per quanto riguarda i commenti che vengono lasciati sul blog, bisognerebbe verificare regolarmente il loro contenuto; non di rado vengono pubblicati dei commenti SPAM o phishing, cioè collegamenti con falso link, che portano a siti dal contenuto pericoloso (pornografia, terrorismo, nazismo, violenza).
Una chat è un luogo virtuale dove due o più partecipanti si trasmettono dei messaggi in tempo reale via computer. Nella maggior parte delle chat, i dialoghi scritti risultano leggibili da tutti i frequentatori e ogni singolo partecipante può essere invitato in una “stanza” privata per uno scambio comunicativo a due. In quest’ultimo caso il dialogo è privato e non può essere letto da nessun altro. È uno strumento quindi impossibile da controllare e, pertanto, da evitare in ambito scolastico.
Un Content Management System, in italiano Sistema di gestione dei contenuti, è un sito già preimpostato nella struttura, al fine di facilitare la pubblicazione di contenuti. È possibile scrivere direttamente un testo e caricare delle immagini a corredo senza conoscere linguaggi di programmazione. Le pagine sono già impostate, così come la loro organizzazione, i menu, i percorsi di navigazione tra le pagine. Si può scegliere un tema grafico ma con dei limiti. Il vantaggio è anche quello di avere un sito accessibile (vedi Accessibilità) e scritto con un linguaggio corretto al fine del posizionamento nei motori di ricerca (vedi SEO). Per I siti scolastici è certo la soluzione da preferire, dove più utenti possono avere accesso (con permessi differenziati) per la pubblicazioni di materiali. Fondamentale per esempio la possibilità di creare blog.
I più noti sono WordPress, Drupal, Joomla. Questi richiedono però un database che ha un costo. Senza database (più lenti) ci sono Flatnuke, CMSimple, Guppy. Per l’installazione e l’uso si rimanda alle rispettive guide.
Pratici ed immediati gli strumenti offerti da Google Doc. Documenti tipo word-excel-powerpoint che risiedono sul web (vedi Cloud) possono essere condivisi con altri. Due o più utenti possono lavorare a distanza sullo stesso documento, apportarvi modifiche e pubblicarlo nei seguenti modi:
1. Condividendolo come accennato sopra (pulsante “condividi”) con utenti autorizzati.
2. Condividendolo in sola lettura. Si possono autorizzare solo determinati utenti oppure renderlo accessibile a chiunque ne abbia l’indirizzo.
3. Condividendolo in sola lettura ma con la possibilità di scrivere commenti.
4. Rendendolo pubblico sul web con l’utile opzione “menu file/pubblica sul web”. Il documento diviene immediatamente una pagina web con un indirizzo dato. Ogni successiva modifica avrà immediato riscontro sulla pagina pubblica.
5. Inviarlo come allegato mail ad una mailing list
Per utilizzare i servizi di Google Doc è sufficiente registrarsi. Offre numerose possibilità per attività scolastiche in rete, tra studenti di una stessa classe, tra studenti e docenti, tra scuole in rete.
È un tema non certo inerente a questa guida, ma tuttavia è sempre importante che venga citato in ambito scuola. Hikikomori significa “ritiro” in giapponese, è un termine che indica una precisa e sempre più diffusa patologia tra adolescenti e pre-adolescenti. L'hikikomori vive unicamente di Internet, non esce di casa, resta chiuso nella sua stanza con il suo computer. Preferisce le apparenti soddisfazioni di una realtà virtuale alle frustrazioni del reale. I social network e molti giochi online spingono in questa direzione, città virtuali, ad esempio, in cui è possibile costruirsi una casa, avere dei beni, intessere delle relazioni con altri, il tutto assolutamente virtuale. I MUD (Multi-User Dungeon: che in inglese significa letteralmente “prigioni sotterranee multiutente”) sono giochi di ruolo gestiti da un computer, interattivi ed accessibili attraverso la Rete. Nel MUD si ha l’opportunità di creare un ambiente, impersonare un ruolo, dare vita ad una storia e di vivere al suo interno.
Le stesse modalità di utilizzo di Internet possono essere inadeguate per la crescita di bambini e adolescenti. Navigando tra un link e l’altro, infatti, è possibile perdere la cognizione del tempo, sottovalutando l’importanza di attività fondamentali per una sana crescita psicofisica quali lo studio, le amicizie e lo sport. Alcune ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato i rischi psicologici che un uso eccessivo o distorto della Rete comporta.
Sulla definizione di libro elettronico c’è un po’ di confusione, si intende in genere un qualsiasi testo multimediale in formato PDF, HTML, Flash ecc. A rigore invece gli e-book sono solo esclusivamente i libri in formato EPUB, MOBI,LIT,AZW. Si tratta di file leggibili dagli e-reader, dispositivi quali il noto Kindle, gli unici che permettono la lettura di testi lunghi in quanto non affaticano la vista. Non sono retroilluminati, la tecnologia è quella dell’e-ink, inchiostro elettronico.
Se per l’accessibilità abbiamo visto che è doveroso rinunciare ad alcune velleità grafiche, per i libri elettronici bisogna rinunciare del tutto all’aspetto estetico. L’unica formattazione concessa del testo è il corsivo, tutto il resto viene stabilito dal dispositivo, impaginazione, tipo di carattere ecc. Fondamentale l’uso degli stili, in particolare dei titoli di capitoli e paragrafi.
Si può usare il programma Calibre per convertire un testo in uno dei formati sopra nominati. à www.calibre.com Per opzioni avanzate sono necessari alcuni programmi a pagamento come Adobe InDesign o alcune applicazioni open source, gratuite ma difficoltose.
Per pubblicare poi il libro lo si può mettere sul sito della scuola oppure usare Lulu. Si tratta di un portale internazionale, disponibile anche in italiano, che permette di pubblicare i propri scritti gratuitamente e distribuirli sotto forma di e-book. I libri pubblicati possono essere venduti a prezzi personalizzati, dai quali vanno detratte le commissioni che Lulu trattiene solo nel caso in cui il lavoro viene venduto. à www.lulu.com
I software forniti insieme alle LIM, alle lavagne interattive multimediali, sono provvisti di strumenti per pubblicare le lezioni costruite e condividerle a distanza. Si tratta però di software proprietari, ciò che si crea può essere letto solo da chi possiede lo stesso modello di LIM.
O gruppi di discussione. Utilizzano le e-mail di un gruppo di persone, ciascuno può scrivere la propria opinione su un dato argomento o commentare quella di altri, la sua mail giunge contemporaneamente a tutti. Più efficaci dei blog, in quanto l’utente deve semplicemente consultare la propria mail.
Google e Yahoo e altri siti offrono gratuitamente tale servizio.
Vietatissima la pratica del peer-to-peer, quella di programmi tipo eMule o µTorrent, che permette di scaricare musiche, film, giochi, programmi piratati. Bisognerebbe controllare periodicamente che nessuno di tali programmi venga installato. Chi scarica mette, seppure involontariamente, in condivisione quanto scaricato per la struttura intrinseca del software P2P, e quindi si rende colpevole di diffusione del materiale.
È il formato che si preferisce per trasmettere comunicati di carattere ufficiale, perché sino a poco tempo fa un documento in PDF era non modificabile. Oggi esistono invece molti programmi che lo consentono. Per creare un PDF è sufficiente Open Office o Libre Office e andare su File/Esporta nel formato PDF. Per intervenire su un PDF già esistente è consigliabile Pdf X-Change Viewer, programma gratuito e portatile.
I PowerPoint sono molto (troppo) diffusi a scuola. Esistono dei modi per pubblicarli in rete:
1. Se il vostro PowerPoint non è di grandi dimensioni, lo si può caricare direttamente sul sito della scuola. I visitatori possono scaricare il file PowerPoint sul proprio computer per vederlo.
2. salvare la presentazione di PowerPoint come pagina Web HTML (File/Salva con nome) e pubblicare tramite FTP (macchinoso e file pesante come risultato finale).
3. utilizzare siti di condivisione online gratis, come Slideshare, authorSTREAM e SlideBoom (scelta consigliata). Una volta pubblicata è sufficiente comunicare l’indirizzo.
4. Mettere la presentazione sul web in formato Flash (SWF). Open Office offre direttamente la possibilità di esportare le presentazioni in formato SWF ( File/Salva con nome).
5. Caricare la presentazione su YouTube con Free PPT2YouTube.
6. Utilizzare il bellissimo Prezi (scelta vivamente consigliata) à http://prezi.com
La privacy a scuola. Dai tablet alla pagella elettronica. Le regole da ricordare in un comunicato stampa del garante per la protezione dei dati personali del 6 settembre 2012.
http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1922676#1
http://www.garanteprivacy.it/garante/document?ID=1922869#1
Per esempio si legge:
Cellulari e tablet. L'uso di cellulari e Smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l'uso dei cellulari. Non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese. E' bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati.
Stesse cautele vanno previste per l'uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line.
Il consenso dei genitori dei minori interessati dalla pubblicazione in Internet comprende una chiara informazione su che tipo di dato venga pubblicato e su quale sito; l’autorizzazione deve essere richiesta prima della pubblicazione e può avvenire in forma scritta. L’interessato può cambiare idea in ogni momento e negare in seguito il suo consenso alla pubblicazione. In questo caso i dati pubblicati devono essere tolti dal sito.
I docenti hanno un ruolo pubblico all’interno della scuola; per questo motivo le informazioni come nome, cognome, funzione (docente di italiano, docente di educazione fisica, vice-dirigente ecc.), indirizzo e-mail a scuola e numero di telefono a scuola possono/devono essere pubblicati in Internet senza chiedere il consenso. Tutti gli altri dati invece (indirizzo e numero di telefono privati, ma anche filmati o foto) non possono essere pubblicati senza il consenso del docente. Nel caso di una lettera circolare bisogna mettere i destinatari in “Ccn” (copia carbone nascosta), destinatari non devono conoscere gli indirizzi degli altri.
Come far trovare il proprio sito ad altri. I siti di lingua italiana sono milioni. I motori di ricerca quali Google, Yahoo, Virgilio, continuamente scandagliano la rete (tramite programmi chiamati con buona coerenza “ragni”). Ma il nostro sito non compare o compare alla decima pagina, pagina che nessuno andrà mai a vedere. Le soluzioni sono o quelle a pagamento, vivamente sconsigliate, o l’utilizzo di siti specialistici in Bookmarks, ad esempio à http://delicious.com, o i portali specializzati in un dato argomento o anche i feed reader.
Il sistema consigliato per creare un sito è quello di usare un CMS (vedi) come si è detto. Per crearlo da sé ci sono gli editor visuali e testuali. I primi sono facili, si opera direttamente sulla pagina scrivendo e formattando. Il risultato può essere una pagina pesante e quindi scartata dai motori di ricerca. I secondi necessitano della conoscenza dell’HTML.
È il linguaggio base delle pagine web. In appendice un esempio. Vale la pena impararne qualcosa perché appunto è la base del web. È fatto così:
<title> titolo della pagina </title>
Il testo del titolo della pagina va scritto tra questi due marcatori, il computer che poi andrà a visualizzare la pagina capirà che quel che c’è scritto lì dentro è il titolo. È semplicemente un modo per dire al computer cosa deve fare.
È un linguaggio che definisce invece il solo aspetto estetico della pagina, stile, formattazione, sfondo ecc
Sono invece linguaggi per una vera e propria programmazione, che possono eseguire calcoli, leggere/scrivere dati da un database e fare tutto quello che un computer può fare.
Si tratta di un programma di Adobe che permette con facilità di combinare tra loro animazioni, testi, elementi multimediali quali suoni e video. Inoltre con un suo linguaggio di programmazione, l’Action Script, permette di creare applicazioni interattive. Viene boicottato però dalla Apple.
È il protocollo utilizzato per trasferire i file dal proprio PC al server che ospita il sito. Una volta scritte le pagine del proprio sito bisogna copiarle sul web ed è quello che fanno i programmi FTP. Il più noto è FileZilla à http://filezilla-project.org. Molto semplici da usare, hanno in genere due finestre, una che permette di navigare tra le cartelle del proprio PC, un’altra per le cartelle del server. È sufficiente trascinare i file dall’una all’altra.
Lo spazio sul server (che è un semplice computer sempre connesso alla rete) va acquistato o chiesto ad alcuni provider che lo offrono gratis (Altervista, Geocities, Xoom). Alcuni impongono un fastidioso banner pubblicitario sulla pagina. Crosswind è l’ideale per siti dedicati ai bambini, in quanto non ospita siti dedicati ai soli adulti. Hanno avuto qualche impasse, ma stanno offrendo un servizio sempre migliore.
La Legge 69/2009 dice che tutte le Pubbliche Amministrazioni italiane devono dotarsi di un Albo Pretorio da pubblicare sul proprio sito Internet istituzionale. Registri elettronici dei docenti e pagelle online pare che saranno presto obbligatori, al fine di permettere ai genitori degli alunni di consultarli e poter essere costantemente informati dei progressi scolastici dei loro figli.
Per quanto riguarda i contenuti la legge prevede sanzioni penali per chi non rispetta il diritto d’autore. È possibile unicamente pubblicare estratti di opere, testi, musiche, video, a scopo di citazione, riportando le fonti. Per pubblicare opere di allievi o ex allievi in Internet occorre la loro autorizzazione (se l’allievo è minorenne occorre il consenso dei genitori).
O Social Media, sono Facebook, MySpace, Twitter, Google+, LinkedIn. Ormai hanno invaso la vita sociale di tutti. Possono essere un utile mezzo per mantenere i contatti con gli studenti al di fuori della scuola, per creare comunità di insegnanti. Alcuni permettono anche la creazione e l’ospitalità di pagine web.
Un estratto dal sito del telefono azzurro à www.azzurro.it
L'anonimato e la vastità dei contenuti della rete è un ambiente particolarmente favorevole per soggetti malintenzionati – non solo adulti - che possono avvicinare una possibile vittima, indurla a comunicazioni e comportamenti inadeguati (ad esempio, di natura sessuale, violenta, razzista), molestarla e tentare di incontrarla fuori dalla Rete
Si è definito il flaming, con cui si intende una comunicazione violenta ed offensiva, molto spesso volgare, che è tipica dell’interazione on line. Si tratta di un comportamento, tipico di alcuni giovani e adolescenti, che mostra la propensione ad accendere “risse digitali”, usando un linguaggio scurrile all’interno di chat, forum, mailing list. Il flaming può suscitare nel bambino o nell’adolescente diverse reazioni: divertimento, indignazione, disagio, imbarazzo, timore, vergogna, rabbia e offesa. Si usa il termine cyber bullismo.
Vi sono le immagini pornografiche e pedo-pornografiche, i messaggi equivoci e le offerte di natura sessuale, cui un bambino può accedere anche solo utilizzando i motori di ricerca: la stessa ricerca di cartoni animati, cantanti e attori, può condurre a foto e/o filmati di tipo pornografico, dal momento che spesso sono mascherati da file con nomi ingannevoli. Non si può, però, dimenticare che oltre ai contenuti di natura sessuale, Internet può veicolarne altri che, pur essendo altrettanto pericolosi, spesso non sono oggetto della medesima attenzione. Ne sono un esempio, l’esaltazione della violenza e della crudeltà, l’istigazione all’odio e al razzismo, la pubblicità di tabacco e alcool, la valorizzazione dell’estrema magrezza ed il ricorso a qualsiasi mezzo per raggiungerla, il mito dell’arricchimento facile ed il ricorso a comportamenti illegali per ottenere un guadagno immediato. Tali messaggi possono essere particolarmente forti e convincenti soprattutto per chi, come un giovane fruitore, non è ancora in grado di comprenderli appieno.
Esistono dei modi per tenere traccia dei siti web visitati, oltre all’elenco di cronologia che può essere cancellato. È illegale però installare programmi-spia che registrino tutto quello che viene fatto al computer.
I filtri che bloccano l’accesso a pagine contenenti determinate parole o argomenti non sono efficaci.
è www.114.it è il sito di riferimento per informazioni e denunce.
Si possono usare i famosi YouTube o Yahoo-video. Per le foto invece è consigliabile l’ottimo Flickr à www.flickr.com
Ovviamente è necessario il consenso scritto dei genitori.
Sorprendentemente semplice la partecipazione a Wikipedia. Non è neanche necessario registrarsi per modificare una voce dell’enciclopedia libera e dare così il proprio contributo. Può essere molto utile far partecipare i ragazzi alla redazione di una voce. Si stimola anzitutto un senso critico verso questa enciclopedia realizzata dal basso, e se ne fa comprendere pregi e limiti. Quali? Anzitutto la mancanza di una redazione, non c’è alcun controllo se non quello spontaneo di altri utenti. Manca totalmente una uniformità di criteri di divulgazione, ci sono pagine da ricerca specialistica universitaria, pagine con linguaggio tecnico realizzate da professionisti ecc.
Convenzioni usate nelle voci di Wikipedia:
corsivo |
grassetto |
link |
Titoli dei paragrafi |
''abc'' |
'''abc''' |
[[voce]] [[voce|nome]] [http://www. ] |
==Generalità== ==Storia== ===ottocento=== ===novecento=== |
immagine |
liste numerate |
Liste a più livelli |
template |
[[File:Lupo appenninico 3.jpg]] |
# felini # canidi # cervidi |
*felini **gatto **lince **leone *canidi *cervidi |
{{abc}} |
<html>
<head>
<title>Primi passi con HTML</title>
</head>
<body>
<h1>la mia prima pagina web</h1>
Ciao a tutti, questa è la mia prima pagina
<hr>
Questo è un link:
<a href="www.google.it"> Google </a>
<hr>
Qui un’immagine:
<img src=”foto001.jpg”>
<script>
mionome="Ciccio";
frase=”ciao, io mi chiamo ” + mionome;
document.write(frase);
</script>
</body>
</html>
Ci sono cose ormai considerate normali. Tutti abbiamo capito quanto sia importante abbattere le barriere architettoniche. Ci sembra normale incontrare scivoli per le carrozzelle, segnali acustici collegati ai semafori, bagni attrezzati per i disabili…
Ottimo! Se ci pensiamo bene, lo capiamo: ognuno di noi potrebbe esser nato o diventare disabile.
Però, chiediamocelo, se fossimo disabili, ci farebbe piacere pensare che le nostre esigenze fisiologiche vengono tenute in considerazione, ma le nostre esigenze culturali ed il nostro bisogno di informazioni non godono della stessa considerazione? Eppure è proprio così: quasi tutte le amministrazioni si preoccupano dei bagni (giusto!) ma non di garantire a ciechi, ipovedenti, sordi, persone poco dotate intellettualmente un’informazione equivalente a quella fornita ai normodotati.
Non è strano? Le esigenze fisiologiche accomunano uomini ed animali. I bisogni culturali sono soltanto umani.
Eppure sarebbe semplice. In Italia, dal 2004, la legge prevede che i siti web della pubblica amministrazione (almeno quelli!) rispettino alcune regole: quelle che rendono possibile anche ai disabili accedere alle informazioni che vi vengono fornite.
Tratto dal sito del telefono azzurro à www.azzurro.it
Visto il ruolo assunto da Internet all’interno del sistema scolastico, si ritiene utile fornire agli insegnanti alcuni suggerimenti per rendere più sicura la navigazione dei loro studenti. È, inoltre, essenziale che gli insegnanti siano in grado di promuovere un utilizzo consapevole e critico della Rete, solo in questo modo si forniranno nel tempo ai giovani navigatori degli strumenti utili per godere al meglio delle opportunità della Rete.
1. Cercate di tenere costantemente aggiornate le vostre competenze tecnologiche (conoscere Internet significa anche dimostrare ai ragazzi di essere vicini al loro mondo).
2. Accertate le conoscenze dei vostri studenti ed eventualmente organizzate con loro una breve formazione.
3. Informate i vostri alunni dei rischi presenti sulla Rete, senza demonizzarla, bensì sollecitandone un utilizzo consapevole, in modo che Internet possa rimanere per loro una fonte di divertimento e apprendimento.
4. Educate bambini ed adolescenti alla prudenza, a non fornire dati e informazioni, ad abbandonare un sito dai contenuti che possono turbare o spaventare e a non incontrare persone conosciute in Internet senza averne prima parlato con i genitori.
5. Mostrate agli alunni come usare e valutare criticamente ciò che incontrano durante la navigazione, poiché non tutte le informazioni on line sono affidabili.
6. Informateli che alcuni comportamenti illeciti nel mondo reale (per esempio insultare una persona, sottrarre le password ad un amico, accedere illecitamente ad un sito o a un servizio, etc.), lo sono anche in Rete.
7. Incoraggiate discussioni all’interno del gruppo classe sui siti che gli alunni trovano interessanti e divertenti e sollecitateli a parlare dei siti in cui hanno visionato argomenti/immagini che li hanno preoccupati o spaventati.
8. Spesso navigando ci si allontana molto dal punto dal quale si è partiti per effettuare una ricerca e questo aumenta il rischio di accedere anche involontariamente a materiali non idonei a soggetti in età evolutiva.