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In che modo si conosce ciò che si crede di conoscere? Si è abituati a pensare che la realtà può essere "scoperta". Al contrario, il costruttivismo sostiene che ciò che viene chiamato realtà è un'interpretazione personale, un modo particolare di osservare e spiegare il mondo che viene costruito attraverso la comunicazione e l'esperienza. La realtà non verrebbe quindi scoperta, ma "inventata".
Arduino per una didattica costruttivista basata sul Problem Based Learning
Facciamo un po’ di riflessioni di pedagogia. Esiste la teoria del costruttivismo, oggi variegata in tante scuole di pensiero, a cui si cerca tanto di dare applicazione concreta. Le attività che permette Arduino riescono bene a mettere in pratica le indicazioni costuttiviste, e in particolare quelle raccolte nella teoria/tecnica del Problem Based Learning, PBL per gli amici. Vediamo di che si tratta.
Qui un problema costituisce il punto di inizio del processo di apprendimento. Nella didattica tradizionale,
il momento del "problema" è in genere il punto finale, quello che serve per verificare le nozioni apprese.
Proviamo a schematizzare in una tabella punti positivi (e negativi), guardando le cose dal punto di vista del ragazzo.
PBL
didattica tradizionale
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didattica PBL
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Il problema è a pag.125, N° 17. | Devo innanzi tutto definire il problema e stabilire i prossimi passi da compiere |
| (Il problema assume una rilevanza fondamentale, esso deve essere mal definito, ossia deve possedere molteplici soluzioni o diversi modelli di soluzione o anche nessuna soluzione, presupporre differenti criteri per la valutazione delle soluzioni, presentare incertezza circa quali concetti, principi o regole sono necessari per la soluzione, richiedere agli studenti di formulare giudizi sul problema e di difendere le loro posizioni esprimendo opinioni e credenze personali, essere motivante.) |
Ho bisogno di quelle conoscenze perché così vuole il prof, la scuola, la società. | Ho bisogno di quelle conoscenze perché mi servono! |
| (Approccio completamente differente) |
Devo studiare sul libro di testo. Devo ricordare e applicare le conoscenze che l'insegnante ha cercato di trasferirmi nelle sue lezioni. | Bisogna cercare le conoscenze che mi servono. Dove? Come? Il libro di testo non dice nulla a riguardo. Con una ricerca veloce su Wikipedia non ho trovato nulla. Il professore non dice nulla. Devo darmi da fare e cercare meglio. Forse posso andare in biblioteca. Forse posso chiedere a mio zio. |
| (Gli allievi devono così imparare non solo a recepire le informazioni che qualcuno ha già preparato per loro, ma anche a procurarsele, a confrontarle e a vagliarle) |
Non ho capito, chiedo al prof. | Il prof non mi dà la soluzione. Mi fa invece altre domande:“Che cosa non sai di questo argomento?”, “Dove potresti trovare questa informazione?” ; “Cosa pensi che bisognerebbe fare ora?”. |
| (Il docente è un facilitatore, che deve supportare gli allievi nella ricerca senza fornire mai in modo diretto informazioni per la risoluzione del problema. ) |
Il problema ha solo una soluzione e si può risolvere solo nel modo che il professore ha spiegato. | Diverse soluzioni possibili, tra le quali molte positive, e diversi modi di arrivare a tali soluzioni. |
(Il problema non è una scoperta di soluzione ma l’applicazione di soluzioni precostituite) | (A volte soluzioni del tutto inaspettate. È necessaria anche una buona dose di umiltà da parte del docente, il quale spesso viene superato dagli allievi.) |
Qualcosa non è chiaro, basta rileggere, con un po' di pazienza, il libro di testo o gli appunti | Qualcosa non è chiaro, che faccio? |
| (La ricerca di informazioni non si esaurisce in una fase iniziale, non esistono anzi fasi separate l’una dall’altra, ma ognuna rimanda costantemente alle altre). |
| Lavoriamo in piccoli gruppi. Posso dire la mia in un piccolo gruppo. |
(Il ragazzo timido non si esprime.) | (I lavori di gruppo o di coppia spingonono il ragazzo a relazionarsi con gli altri. Il docente sarà attento ad osservare le dinamiche dei gruppetti, se ci sia un ragazzo che prevarichi troppo, se ci sia una stimolante atmosfera di collaborazione, ecc. Tutti gli alunni della classe non possono però apprendere le stesse cose, inevitabilmente ci saranno gruppetti più proficui ed altri più pigri.) |
E' suonata la campanella, basta con Scienze, ora si fa Tecnologia. | Lavoro su tante materie che scopro essere interconnesse tra di loro. |
| (L'allievo percepisce il singolo argomento come facente parte di un sistema, dove anche le altre discipline interferiscono. Interdisciplinarietà spontanea, competenze trasversali, ecc) |
| Come in quel film che ho visto… |
| (La mente del ragazzo non è una carta bianca su cui scrivere. Si tratta anzi di una mente già strutturata e riempita di teorie, le cosiddette “teorie ingenue”. La persona apprende se riesce a smontare qualche pezzo di tale struttura e a sostituirlo con un altro che sente essere migliore, più performante. Spesso il ragazzo non apprende perché sente che le proprie teorie ingenue sono migliori, nel quotidiano, di quelle che il docente cerca di impartirgli). |
Studio la leva di primo genere, di secondo genere | Faccio un meccanismo, che si muove davvero, con lampadine che si accendono. |
| (La centralità dello studente può riflettersi nel fatto che le attività proposte sono vicine a suoi interessi e alla sua esperienza.). |
| Per farlo funzionare devo capire la teoria. |
| (integrazione fra discipline “di base” ed “applicate”. Un punto negativo di quest’approccio è però la mancanza di una sistematizzazione del sapere ordinata. Il sapere viene costruito pezzi a pezzi, in modo empirico, da praticoni.) |
Sempre incatenato a un banco | Lavoro anche con le mani. Con le mie capacità manuali e soprattutto col mio senso pratico ho stupito tutti. |
| (ragazzi poco inclini allo studio e alla teoria, possono qui trovare invece una gratificazione.) |
Raramente i problemi proposti hanno un collegamento con le nostre esperienze e altrettanto raramente ci saranno utili nella vita o sul lavoro. | Si tratta di problemi ben concreti e assolutamente Identici a quelli che si troveranno nel lavoro. |
| (Questo è in realtà un punto negativo. La scuola deve essere un gioco che allena alla vita, non deve essere la vita stessa con tutti i suoi problemi crudi e concreti.) |
| Prof facciamo un robot! |
| (Arduino permette di giocare con le luci, con i suoni, di creare robot. Dimesione ludica, importantisima nell'apprendimento. I cuccioli del lupo, del leone, giocano per poter diventare da grandi degli abili cacciatori.) |
Bene ho preso 7 e ½ | Cavoli ci sono riuscito! Funziona! |
(è stato dimostrato che la promessa di un “premio” diminuisce l’interesse intrinseco di un argomento, trasformando un’attività spontanea e piacevole, come la ricerca di nuove informazioni e la soluzione di un problema, in un “lavoro”.) | (Non è il docente a dare voti, è il risultato stesso che 'parla'.) |
| Discutiamo insieme su quanto è accaduto, successi e insuccessi dell’impresa, cosa è andato bene e cosa no, come organizzarci per la prossima volta. |
| (Metacognizione, ossia far maturare nello studente la consapevolezza dei propri modi di apprendere, imparare ad imparare per una long life learning, come suggerisce la direttiva europea del 2006). |
Punti critici del Problem Based Learning
Senza facili entusiasmi, sono anche da considerare i punti negativi della teoria/tecnica del Problem Based Learning. Non facciamo come gli Americani, che scoprono un metodo didattico e ci impiantano sopra una università e dieci college in cui si fa solo quello.
Si tratta di un metodo empirico, come già abbiamo evidenziato, se si facesse solo questo si avrebbe un sapere frammentato. E' chiaro che è necessario anche l'insegnamento tradizionale, dove la matematica per esempio è sistematica, prima le tabelline, poi gli insiemi, poi le espressioni, le equazioni di primo grado, le equazioni di secondo grado ecc. La matematica non è un mucchio di nozioni da imparare a memoria, bensì un insieme di strutture mentali che lentamente si costruiscono nella mente.
C'è un problema però, alcuni ragazzi non riescono in matematica. Prendono sempre 4 come voto! Altro problema, alcuni ragazzi riescono in matematica però la odiano. Eppure è stato dimostrato che chiunque può giungere alla matematica e ai massimi livelli. La mente dell'animale è già matematica di per sè.
Il PBL è utile perchè è un grande aiuto e stimolo allo studio tradizionale.
La teoria del comportamentismo, per esempio, cerca di offrire un ambiente favorevole all'apprendimento, con molte tecniche didattiche certamente positive, ma si tratta sempre di stimoli esterni. Il PBL, invece, risulta essere uno stimolo interno. Il ragazzo ha sete di imparare, sente che deve sapere quella cosa per fare questa cosa.
Un professore di matematica, Luigi Castaldini da Terenzo, aveva comprato quindici scacchiere in plastica e un'ora alla settimana i ragazzi giocavano a scacchi. Pochi colleghi avrebbero tale coraggio, ritenendo sicuramente utile quell'ora, sottratta però alla programmazione. Qui siamo più nell'ambito della teoria cognitivista, il ragazzo sviluppa nel gioco le proprie capacità logiche e spaziali.
Ma come si fa a dedicare ore a simili attività?
Con i tagli delle cosiddette "riforme" degli ultimi anni non si riesce a completare il programma di base.
Non ci sono facili soluzioni a tali problemi. Certamente andrebbe diffusa una sensibilizzazione civile/politica ai problemi e agli annaspamenti della scuola italiana, non è possibile che la scuola non abbia il tempo di insegnare. Certamente tale tempo costa in stipendi.
Nel frattempo che fare? Noi insegnanti, con queste disponibilità orarie, che facciamo? Boh!
Tenteremo in queste pagine di documentare qualche attività svolta a scuola nel dettaglio, sperando di poter accogliere contributi anche da altri.
*in alto fotogrammi del film Frankenweenie, di Tim Burton
Un castello di sabbia, una torta, una casa di Lego o una società, un programma di computer, una poesia, o una teoria dell'universo. Parte di ciò che intendo dire col termine 'concreto' è che il prodotto può essere mostrato, discusso, esaminato, sondato e ammirato. Perché è lì ed esiste.
(Papert, 1993)
Maestra, aiutami a fare da solo.
(Maria Montessori)
La scuola è un ospedale che cura i sani e respinge i malati
(Scuola di Barbiana)
[...] mi buttai sui libri [...] con la passione, il disordine e la voluttà che fruttano a chi studia cento volte più che cento anni di scuola.
(G. Rodari, Grammatica della fantasia)
La migliore educazione è quella che rende sempre più inutile l’educatore stesso.
(G. Kerschensteiner) pedagogista.
Il più grande segno di successo per un insegnante … è poter dire: “I bambini stanno lavorando come se io non esistessi.
(Maria Montessori)
È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza.
(Maria Montessori)
Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo.
(Maria Montessori)
Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini: “Osservate!”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione
(Maria Montessori)
Educare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco.
(William B. Yeats)